Mauro Filippini nasce ad Argelato (Bologna) nel 1952. E’ dalla scuola dell’obbligo che ha le prime indicazioni sul disegno e le prime soddisfazioni.
Stabilitosi nel 1982 a Carpi frequenta il Centro di Arti Figurative. Negli anni Novanta, con un gruppo di amici pittori e scultori fonda il gruppo artistico culturale Bottega di Pittura e pubblica nel 1993 “Orme Perdute” e nel 1998 “Canti Silenti”.
Dal 2000 inizia un percorso a cicli: la prima serie di opere dal titolo “Per le Strade del Mondo” sono ritratti realizzati ad olio e spatola su tela, poi dalle letture di Empedocle nasce “Il Sogno”, nel 2006 nascono gli olii tratti dall’Inferno Dantesco presentati a Bologna e recentissima la serie dedicata a “La Notte” , ispirati da sogni, incubi, ricordi usando tecniche miste e sarà presentata in autunno in una personale a Correggio dal 28/10/2008 al 9/11/2008.
Nel 2009 partecipa ad alcuni Concorsi a livello Nazionale, come la Biennale di Soliera (Mo), a Martinsicuro (Te) aggiudicadosi Diplomi d’Onore
e premi.Verso la fine dello stesso anno partecipa ad una collettiva a Bruxelles presso L’AmArt Lovise Gallery.
Negli anni a seguire partecipa ad esposizioni a carattere personale e collettivo, come alla rassegna Arte in Tricolore a Torino presso la Galleria Arte Città Amica. Di grande rilievo è stata la personale tenuta al Salotto L.A. Muratori di Vignola (Mo) e la partecipazione con uno stand proprio a due importanti rassegne dArte, prima a Montigliano d’Asti poi a Modena, al Centro Fiere , ad una esposizione curata dal Circolo Arti Reggiane, denominata ”I Crostaioli.
Scrivono di Lui;
“Dipinti dall’Inferno Dantesco – Breve viaggio tra colore e surrealismo. L’artista ha cercato di riportare sulla tela le drammatiche pulsioni del testo di Dante, traducendole in una monumentale solennità, ricca di allegorie e di misteri.
I suoi dipinti ad olio si affermano dunque con una vivacità di colori e una perfezione di elementi formali che sono frutto di un’esperienza acquisita dopo anni di studio e impegno, dispiegati dapprima nei generi tradizionali, come le nature morte o le vedute en plein air di matrice impressionista, e in seguito nella rappresentazione di personaggi surreali.”
(tratto dal settimanale VOCE – 28/04/2006)