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Albano Lanzotti,
nato a Monfestino, vive e lavora a Modena, ha partecipato a varie collettive e mostre concorso, ricevendo vari riconoscimenti; premio speciale “Domus” 1979, Tavolozza d’Argento (ed. 28 – 29 rispettivamente 2° premio Colore e Medaglia d’Argento), 3° classificato; mostra mercato a Forlì, (2008 e 2009) medaglia d’argento. Tra le collettive segnaliamo quelle a Punto Arte, Modena, 2003 e alla Saletta S. Francesco, Modena, 2005.
Ha partecipato a varie edizioni della Biennale G. Tassi, a Vignola.
” Di buona fattura sono i quadri di Albano Lanzotti, dove le scene di vita…assumono un andamento di cordiale e amabile rappresentazione, con un gusto quasi caricaturale dei numerosi personaggi che partecipano alle varie azioni……con citazioni di grandi maestri si presenta l’opera di Lanzotti, che combina elementi reali e di visionarietà, in un accumulo di elementi..”
(dalla Gazzetta di Modena)
È schiettamente onirica la pittura che Albano Lanzotti presenta, ma gli elementi fantastici trovano radici in certi aspetti della realtà che si offrono come memoria di storie e fatti insoliti. Nelle opere si crea una sorta di osmosi tra visibile e visionario, si affronta il problema del potere espresso dall’uovo che sta per essere rotto; la vanità femminile che si riflette nelle dive di un giornale; la precarietà della vita rappresentata da creature capovolte; il sogno di una fanciulla di abitare in un castello (di carta); la “no fly zone” con Icaro che vola troppo in alto, bruciandosi le ali. Il modenese non rinuncia
ad una sottile ironia, presentando le tre Grazie incinte, la scuola di fantasia, con uomini alati. Di dimensione naive sono le quattro stagioni con la presenza di figure, dall’adolescenza alla vecchiaia. L’opera è di estrema pulizia, accattivante. Lanzotti è stato allievo di Erio Baracchi.
Gazzetta di Modena –Giornalista Michele Fuoco