france.mauro@libero.it
Biografia di Mauro Giuseppe in arte Fulvio
Figlio d’arte, il padre Rosario fu pittore di talento, Fulvio già dall’infanzia sente fortemente il richiamo delle matite e dei colori pulsare intorno a sè e dentro di sè. Egli nacque a Granarolo Emilia (BO) il 13/05/1953, per poi trasferirsi a Palata Pepoli (BO) ove oggi vive ed opera. L’artista bambino dimostra ben presto un talento innato per il disegno, che si consolida negli anni della scuola in profonda passione. Gli insegnanti lo vedono all’opera increduli di fronte a tanta bravura. Poi la vita lo spinge a svolgere altri percorsi, eppure con tenacia Fulvio mantiene fede alla sua predisposizione, guadagnandosi nel tempo uno spazio di rispetto negli ambienti artistici, grazie ai tanti estimatori ed agli innumerevoli riconoscimenti. Concorsi, Collettive, Personali di pittura ove sempre le sue opere hanno riscosso e riscuotono consensi indiscussi di pubblico e critica. Se per certo a prima vista la sua arte appare un’alchimia tecnica, un virtuosismo inusitato, a ben vedere si rintraccia molto di altro: non solo immagini di forte richiamo retinico per la resa che appare “super reale”, ma una ricerca introspettiva percorsa instancabilmente da un trentennio.
Egli insegue la perfezione estetica come ragione di vita, perchè solo così può esprimere il sentimento di vicinanza con la natura e con il proprio io. Sono opere ove i più piccoli dettagli, come un filo d’erba che emerge dal manto vellutato della neve, assumono connotazione simbolica.
La neve che disseta i campi, le tracce del lavoro dell’uomo mai pervadente, le costruzioni rurali sempre in armonia nel contesto naturalistico. La sua tecnica deve essere tale da raggiungere un’assoluta finezza esecutiva, perchè il messaggio sotteso vuole essere puro, rivolto più allo spirito che all’occhio, chè questo primo è la missione del vero artista. La sua abilità per carboncini, penne, matite, e di recente colori acrilici, rende reali anzi “vivi” tramonti iridescenti filtrati da pioppeti incantati che si esibiscono quasi levitanti lungo le rive nebbiose del grande fiume Po, aurore impalpabili e trasognate, od ancora albe vivificanti e ben auguranti, che lasciano frequente spazio al sogno o alla poesia dell’incanto. Ne emerge la perceaione di una profonda spiritualità che ne promana. In questo operare controluce vi è sempre immancabile l’avallo dei sentimenti, una misura la sua elevata di amore per l’uomo e per la vita, un lirismo del controluce che conquista l’animo più che la mente. In questa interazione magica e spirituale, simbolica e romantica al contempo, in questi paesaggi ormai quasi desueti ai margini delle nostre “moderne” città, Fulvio ci lascia intravedere ed esprimre il vero senso della vita. Ecco la portata autentica di questo artista alquanto attuale quanto efficace e persuasivo
Scrivono di Giuseppe Mauro in arte Fulvio:
Il silenzio degli oggetti e la tranquillità dei luoghi sono immortalati nei disegni a
carboncino e nei lavori a biro di Giuseppe Fulvio Mauro. Nella loro immobilità le nature morte ci raccontano una storia casalinga fatta di luce e semplici particolari. I carboncini tutti in bianco e nero, sono fatti di un verismo attento, quasi fotografico; I soggetti, infatti, sembrano piuttosto frutto di un lavoro in camera oscura e non della mano dell’artista ( che rivela in ogni sua opera le sue doti di ultra-iperrealista, oltre che acuto osservatore ). Anche il taglio dato alle scene si direbbe di tipo fotografico e questa caratteristica ci è rivelata dai particolari che fuoriescono casualmente dalla cornice, come quando un fotografo focalizza l’attenzione su un particolare oggetto, momento o luogo, tralasciandone il contesto. Crevalcore, con le sue campagne, e il Po, con le sue
reti tese e immobili nella nebbia, ci mostrano una tranquillità sospesa che non sembra propria del nostro tempo. Eppure i paesaggi innevati sono quelli che l’artista, guardandosi intorno, ha scelto in seguito all’ultima nevicata di quest’inverno e che tutti ancora ricordiamo le opere ed il percorso artistico, come “Fulvio” abbia abilità tecniche da iperrealista ma fondamentalmente le utilizzi per esaltare il sentimento della natura nell’abbraccio del territorio che i suoi occhi descrivono con precisione “fiamminga”.
Ecco che la tecnica eccellente per non dire eccelsa esplica funzione implementativa di un presente che già appare ricordo estetizzante. Non mancano poi nello specifico nelle numerose nature morte momenti metafici legati ad un bisogno esistenziale di contemplazione interiore.
L’artista ha esposto diversi lavori eseguiti con magistrale approccio tecnico.
Possiamo ammirare in quella che potremmo definire un’antologica, la serie dei lavori a biro, alcune recenti e pregevoli incisioni, i famosi lavori monocromi a carboncino sia nature morte che paesaggi, alcuni lavori eseguiti con le matite acquerellabili e gli ultimi splendidi dipinti con tecnica acrilica.
Commento critico di Franco Bulfarini